domenica 24 aprile 2011

Mi manchi...

Oggi... tra un libro e l'altro... tra un testo di Baudelaire e una frase di Flaubert... mi sono accorta che fuori... Piove.
Non ho mai amato le giornate di pioggia. Quel divenire grigio, quasi nero, del cielo; quell’aria pesante di umidità, quell’atmosfera triste che hanno i giorni piovosi. Ho sempre avvertito un senso di estrema malinconia davanti al mutare repentino del tempo, specie in estate, quando la giornata bella, calda, solare è avvolta da un alone di grigiore. I ritmi si rallentano. Si aspetta solo che passi il temporale.

E poi torna il sole. D’improvviso, dalle nubi, filtra un primo timido raggio. Poi un altro, poi splende ancora la serenità.

Così mi sento io. Oggi sono una giornata piovosa. Oggi mi assale la malinconia. La tristezza della solitudine.

Oggi avverto la mancanza come una morsa nell’anima. Oggi un dolore mi attanaglia lo stomaco. Divora i miei pensieri, la mia mente. Ogni parola, ogni gesto mi riporta al mio desiderio insoddisfatto. Il desiderio, quasi un bisogno, di averlo ancora. Di toccarlo, di baciarlo. Di fissarlo negli occhi. Di godere di Lui. Di stringergli le mani, quasi a trattenerlo, come se bastasse così poco per non farlo andare via, ancora.

Ci sono giorni in cui mi manca come l’aria. In cui sembra mancare un motivo per continuare. In cui ti chiedi perché una storia così bella debba essere così sofferta.

Oggi non c’è cosa che non mi ricordi il mio uomo... solo a Lui.Una moto, un titolo di un giornale, la cadenza familiare del vicino di ombrellone, una canzone. Tutto sembra organizzato per costringermi a pensare, nonostante il mio vano tentativo di distogliere il pensiero. E poi…come non pensare, quando il desiderio cresce senza controllo? Come non ripensare alla sua bocca sulla mia, alle sue mani che cercavano il mio corpo, che bramavano dal desiderio di spogliarmi, di toccare la mia pelle nuda e fremente di passione? Come non pensare al piacere di lasciarsi spogliare, alla dolcezza con cui mi accarezzava, aspettando che i brividi mi invadessero l’anima al tocco delle sue mani? Come dimenticare ogni bacio, ogni abbraccio? Come scordare il suo dolcissimo sapore? E allora cerchi solo di non pensare, per non farti ancora più male, mentre una fitta allo stomaco ti fa piegare in due, mentre pensi solo a lui, quasi come se non pensarci fosse una colpa, mentre in realtà, non puoi farne a meno.

Come in una giornata di pioggia, aspetto. Aspetto che passi il tempo. Che si torni alla vita di tutti i giorni, dove esistono i modi per comunicare. Dove è possibile, almeno, sentire la sua voce. Qui mi sento lontano dalla vita. Dalla sua vita. Da quella che riesce a trasmettermi, dalla vitalità che mi infonde anche solo la sua presenza.
Che buffo. Aspettare per tornare a vivere. Senza possibilità di fare altrimenti. Senza che la mente cerchi un rimedio. Ma quale rimedio?

In me combattono tutti i giorni ragione e sentimento. La mente mi rimprovera di farmi del male, di non inseguire più ciò che non posso avere. Di non riuscire a godermi le gioie che la vita mi offre. ‘Fermati’, mi dice. ‘Corri, vai, seguilo, prendilo…è tuo’ risponde il sentimento. Ed io lo inseguo. Corro con lui. Lo cerco, lo voglio. Mi sento sua, come sento che lui mi appartiene.

Sogno solo una corsa in moto, lungo una strada che costeggia il mare. Abbracciata a lui, alla sua vita. Sogno di sentirmi la sua donna. Sogno di averlo quando lo desidero…e per quanto lo desidero. Sogno di essere baciata davanti a tutti. Sogno di avere le attenzioni che si riservano gli amanti. Sogno ancora un cappuccino fumante in centro, con i passerotti che beccavano le nostre briciole, fino sul tavolino, tanto noi, incuranti del mondo, godevamo solo del fatto di essere uno di fronte all’altro.

E invece sono qui. A sognare e a scrivere il mio dolore su un foglio bianco, tentando di trasformare il mio desiderio in un racconto. Sono qui, a lasciare che i miei pensieri scivolino fino alle mie mani, e ancora su una tastiera, pensando che oggi, o domani... un giorno lui leggerà questo scritto, sapendo che parla di lui. E magari sorriderà, o si ritroverà in questo dolore meraviglioso che chiamano amore.

Sono qui. Incurante di tutto ciò che mi circonda, immersa nei miei tristi e dolci pensieri, mentre leggo il suo nome su skype... e un suo messaggio mi fa sobbalzare...

E’ il mio raggio di sole. Le nubi d’un tratto si squarciano. Torna a splendere il sole, non timido, ma forte e deciso come l’amore che sento per lui…e lui per me.

"Per me.. Eri...sei...e sarai importante" un modo come un'altro per dire...‘Ti amo, ti penso, ti voglio’. Basta questo. So che ovunque lui sia, con chiunque si trovi, la sua mente è per me, il suo cuore è con me, il suo pensiero cerca me.

E’ tornato il sole. Spazza via in un istante la tristezza, la malinconia, il senso opprimente di abbandono. Rimane solo il desiderio. La voglia folle di appartenergli. Il bisogno fisico di sentirlo dentro.

Allora mi accarezzo. So già di trovare i capezzoli turgidi. Sensibili. Sporgenti e scuri come more che desiderano essere colte, succhiate, mangiate. More che desiderano regalare la loro dolcezza solo a chi saprà coglierne la vera essenza. E c’è solo lui. Il pensiero vola alle sue mani che pizzicavano dolcemente le punte sporgenti, per poi bagnarle di saliva. Lui che si chinava su di me, assaporando ogni mio fremito di piacere. Lui che mi assaggiava lentamente, quasi a far sì che non finisse mai l’incantesimo che ci avvolgeva. Penso alle sue mani che frugavano tra le mie gambe alla ricerca del piacere. Sento le mie dita giocherellare con il clitoride, bagnato e pronto. Sento la sua lingua entrare ed uscire, bere il mio piacere; osservo le mie dita ripetere lo stesso movimento. Divarico le gambe, godendo del momento che so regalarmi. Vedo lui davanti a me, mentre la mia mano stuzzica la mia voglia crescente, mentre le mie dita scompaiono dentro di me. Mi sforzo di non chiudere gli occhi, mentre i brividi mi impediscono di pensare, mentre aumenta il ritmo del balletto, mentre la testa ciondola all’indietro, abbandonata nel mare del piacere. Vengo così, in pochi istanti, tanta era l’eccitazione per la sua presenza dentro di me, per quanto sa riempire la mia mente. Osservo le mie dita: bianche, splendenti, piene del mio nettare. Lo vedo che le lecca: i suoi occhi sono chiusi, quasi ad assaporare meglio ogni istante. Avvicino le dita alla mia bocca, desiderosa dei suoi baci, della sua lingua calda. Assaggio timida il gusto della mia passione che anche solo il suo pensiero sa risvegliare. Lecco, succhio, assaporo. Come se lo avessi davanti, gioco con la lingua sulle mie labbra. Bevo ciò che resta del mio piacere.

Penso a quando leggerà quanto ho scritto; a quando saprà ciò che ho fatto... per lui. Penso a quanto sorriderà compiaciuto. Penso a quando tornerà... e forse mi punirà per un piacere che mi sono regalata da sola... Penso e ripenso che valga davvero la pena di seguire il sentimento e non la ragione.

E, intanto, splende il sole.



















Obscure_Side

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